Nel 1893, quando gli iscritti al partito socialista si contano in alcune decine di migliaia, in Sicilia ha luogo un’imponente quanto tumultuosa crescita delle organizzazioni legate ai Fasci dei Lavoratori che, a fine anno, giunsero ad avere 300.000 aderenti. Una cifra da prendere con le pinze, che ha tuttavia un indubbio valore indicativo di uno straordinario fenomeno di massa, “il più grande movimento popolare del XIX secolo in Europa dopo la Comune” com’è stato detto. L’incontro tra le masse popolari e il socialismo che si verificava in quei mesi nell’isola fu però interrotto sul nascere dal precipitare degli avvenimenti. La società nuova (“Il meglio tempo”), che sotto l’incalzare della crisi assieme ai Fasci era stata sognata, diventava una lontana prospettiva. E la frattura tra le due Italie veniva ulteriormente accentuata.