Così come nei suoi racconti polizieschi, nei resoconti di viaggio o nei manuali di giardinaggio, l’attenzione di Karel Capek per i temi e gli interessi delle persone comuni si manifesta appieno e testimonia la sua curiosità e la sua intelligenza.

Anche parlando di gattine e cagnolini l’autore non si concede paternalismi o pedanterie; anzi, ogni occasione è buona per esercitare l’osservazione acuta, l’autoironia e il pensiero veramente libero.

I disegni dell’autore e del fratello Josef ci trasportano nella casetta bifamiliare praghese che vide nascere anche il best seller ‘L’anno del giardiniere’, rendendoci partecipi di come, negli anni Venti del secolo scorso, si vivesse il rapporto tra uomini e animali di compagnia.

Inoltre le riflessioni ‘canine’ e ‘feline’ di Capek, solo apparentemente scanzonate, ci consentono di capire le idee di un grande scrittore europeo sul gioco, la creatività e la socialità, nonché sul rapporto tra istinto e innovazione.